In un articolo pubblicato sull'ultimo numero della rivista inglese MI Pro viene riportato il punto di vista di un rivenditore di strumenti musicali, Howard Jennings, sulla profetizzata fine dei negozi reali. In buona sostanza, il titolare del negozio Hessle Music Centre di Humberside in Inghilterra afferma che il mercato degli strumenti musicali non è abbastanza grande da sostenere la quantità di rivenditori online, i quali competono tutti esclusivamente sul prezzo, cioè con una modalità di vendita selettiva e troppo impersonale e fredda. L'Hessle Music Centre è specializzato in vendita e assistenza nel settore chitarre e dal suo osservatorio Jennings ha notato che in realtà nel corso dell'ultimo anno sono tornati nel suo negozio un buon numero di clienti, che negli ultimi tempi si erano cimentati negli acquisti online. La convinzione di Jennings è che Internet sia come una sorta di estensione del telefono: comunicazione veloce e più impersonale che mai, troppo distante dalla natura umana; mentre il negozio è un luogo di interazione sociale necessaria oltre che di assistenza specifica. Il rivenditore si affretta a precisare di usare il web per molte cose, ma che non lo userebbe di sicuro per farsi recapitare una chitarra in una scatola di cartone. Per questa ragione Jenning pensa che i grossi siti di vendita di chitarre basati su magazzini virtuali non siano la risposta migliore e che soprattutto i chitarristi acustici si stiano risvegliando. La conclusione dell'articolo di Jennings è semplice: basterebbe che i distributori dessero i loro strumenti ai negozianti a un prezzo più basso rispetto a quello fatto ai grandi siti e i rivenditori smetterebbero di lamentarsi con buona pace per tutti. Interessante prospettiva, vero? (Piero Chianura)
(pubblicato sul numero di maggio/giugno di BigBox)