Le manifestazioni in presenza anche nel settore dello strumento musicale sono attese di questi tempi difficili un po’ come la manna dal cielo. SHG Music Show è sempre stato fin dalla sua nascita un must, a maggior ragione in questo periodo: passeggiare nuovamente tra centinaia di chitarre e incontrare volti di persone e musicisti noti, lo scorso 27 e 28 novembre, è stata una boccata di aria fresca, seppur filtrata da mascherina chirurgica secondo le normative anti Covid 19.
La location del Palazzo delle Stelline a Milano ha adottato un mix tra ampi spazi e ambienti più contenuti ripercorrendo in qualche modo molto di quello che è stato proposto negli anni durante questa manifestazione. Quindi solita coda all’ingresso, quest’anno più lenta a causa degli stretti controlli anti Covid, con una bella atmosfera tra incontri di amici e musicisti. L’architettura del Palazzo delle Stelline ha accolto con il suo chiostro i visitatori, subito attratti dai piccoli espositori che hanno scelto di esporre sul perimetro del cortile un po’ alla vecchia maniera delle fiere: tutti attigui e senza separatori. Se questo ha reso impossibile in alcuni momenti la prova degli strumenti, ha però riportato tutti alla vecchia formula delle fiere mercato: tutti insieme in una spensierata, seppur leggermente rumorosa, jam totale. Nelle hall isolate hanno trovato in comodi spazi, ben organizzati, le realtà aziendali del settore che hanno voluto investire e credere in una manifestazione in presenza con particolare attenzione alle dimostrazioni dei vari prodotti. In questo caso i musicisti endorser hanno fatto sempre il tutto esaurito e il pubblico, seppur limitato nei posti a sedere, ha potuto comunque assistere alle demo dall’esterno delle sale attraverso ampi schermi video. Nei grandi spazi condivisi, piccoli artigiani esordienti e realtà già affermate della liuteria elettrica e acustica hanno potuto convivere in un’atmosfera generalmente allegra e rumorosa, come si conviene a un “guitar show”. Immancabile la hall dedicata all’usato dei privati, nella miglior tradizione del Second Hand Guitars: l’idea embrionale che 30 anni fa spinse gli organizzatori a proporre la prima fiera mercato di chitarre usate e da collezione. E a proposito di chitarre vintage non sono mancati i “pezzi da 90”. Il fascino di Fender, Gibson e degli altri marchi storici rimane intatto, anche se con un appeal in calo sulle nuove generazioni di chitarristi, generalmente più attratti dai personaggi di riferimento del settore che oggi più che calcare i palchi, contano gli iscritti sui loro canali YouTube e Instagram. Da segnalare la bella mostra dedicata alle chitarre e bassi di Wandrè, visionario costruttore italiano che ha osato cercando, con successo, di andare oltre lo stereotipo della chitarra e basso elettrici di derivazione americana. Le forme come espressione dell’arte figurativa unite a soluzioni tecniche all’avanguardia, considerato lo scenario culturale e musicale degli anni ’60 che anche da noi in Italia ha sempre avuto gli Stati Uniti d’America e l’Inghilterra come punto di riferimento da copiare. Una visione realmente trasversale e di grande ispirazione. Gli immancabili punti di ristoro, questa volta all’interno del cortile, ma esposti ai forti refoli ventosi, non hanno impedito ai visitatori di incontrarsi e chiacchierare davanti a caffè, panini e spuntini vari. Birra e brindisi vari per una bella giornata finalmente in presenza.