È in corso fino al prossimo 1 agosto 2021 la splendida mostra I violini di Vivaldi e le Figlie di Choro al Museo del Violino di Cremona, a cura di Fausto Cacciatori, Deborah Pase e Federico Maria Sardelli, che rilegge quel fulgido periodo dei primi 40 anni del 1700 in cui Vivaldi operò presso l’Ospedale della Pietà di Venezia, prendendosi cura degli strumenti che lo stesso “prete rosso” usò insieme alle fanciulle dell'orchestra. L’antica Istituzione, che si occupava dell’assistenza dell’infanzia abbandonata, era anche un conservatorio di musica nel quale le giovani orfane talentuose venivano avviate al canto e allo studio dei vari strumenti musicali. Vivaldi vi operò dal 1703 al 1740, dapprima come Maestro di Violino e successivamente come Maestro di Concerti, occupandosi quindi anche della scelta e dell’acquisto degli strumenti musicali. In quel periodo l’Ospedale comprò più di cinquanta strumenti, molti dei quali fanno parte della collezione, che vanta alcuni pezzi di altissimo pregio storico, realizzati da celebri liutai, come i due violoncelli di Matteo Goffriller e un violino di Pietro Guarneri, la maggior parte dei quali si presenta ancora allo stato originale.
La raccolta dell’Istituto della Pietà si presenta, dunque, come una grande fonte di informazioni sugli strumenti ad arco di scuola veneziana e tedesca, della fine del XVIII secolo. Gli strumenti sono presentati dopo una intensa campagna di studio, conservazione e restauro a cura del Museo del Violino, del Corso di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Pavia e di Cr.Forma. In mostra anche documenti, immagini ed oggetti sulla storia dell’Ospedale della Pietà, unico in Europa ancora attivo oggi, come laboratorio di educazione ed emancipazione. Le Figlie di Choro erano apprezzate coriste e musiciste e la mostra racconta, seppur per cenni, le loro suggestive vicende. Le Putte del Choro erano figure avvolte da un’aura di mistero, poiché durante i concerti si esibivano dalle cantorie, celate dal fittissimo intreccio in ferro battuto delle grate con cui erano decorate, che rendeva invisibile al pubblico il loro volto.
Info: Museo del Violino