Dopo aver bene impressionato il pubblico dei chitarristi con il suo amplificatore in formato pedale AMP1, Thomas Blug esce con due casse da accoppiare al suo BluGuitar. Il suono grosso e corposo dei cabinet inglesi usati da band come Cream, The Who, Led Zeppelin, Jimi Hendrix e Pink Floyd, è stato il punto di riferimento nello sviluppo di queste casse. Osservando le casse di vecchia concezione, si capisce che per arrivare a una pressione sonora sempre maggiore è richiesto un aumento del numero dei coni coinvolti (per questo si arriva a usare la classica configurazione 4x12"). Secondo Thomas Blug, oggi abbiamo invece a disposizione impianti audio potentissimi, che trasmettono al pubblico il suono di tutta la band; il suono della chitarra sul palco deve essere pieno ma non altissimo, come ai tempi in cui il muro di casse doveva far arrivare il suono anche agli ascoltatori delle ultime file. Così una cassa 1x12 è più che sufficiente, visto che per i palchi più grandi basta averne due. Da amante del vintage, Blug fa il tifo per i coni Greenback o i V30: gli uni amati per i medi morbidi e caldi, gli altri per i bassi fermi e il maggior volume. Così Thomas Blug ha progettato un cono che è in grado di sposare entrambe le esigenze.
Il BluGuitar FatCab è il risultato di anni di tentativi di condensare il suono di una vecchia 4x12“ nel compatto formato 1x12", naturalmente, con la consapevolezza necessariamente imposta dai limiti fisici della configurazione. Questa cassa è compatta, leggera, abbastanza piccola da adattarsi a tutti i palchi e da raggiungere in fretta la pressione sonora giusta per lavorare al meglio; il sistema Bass-Reflex e i materiali rigidi restituiscono basse compatte che di solito si associano solo a una cassa 4x12“. Il suono è bilanciato, con medie in evidenza e acuti morbidi, mai vetrosi.
Ispirato dall’eccellente risultato raggiunto dal FatCab, Thomas Blug ha pensato di realizzare una cassa ancora più piccola che si sposasse con la filosofia di ingombri ridotti al minimo che è alla base di BluGuitar AMP1 . Naturalmente il cono doveva essere da 12“, perché per molti utilizzi i coni da 10“ perdono troppe medio-basse. Le dimensioni del cono hanno di fatto determinato le dimensioni del cabinet, nato dopo lunghi esperimenti su diversi sistemi di Bass-Reflex. La possibilità di aprire posteriormente il cabinet aumenta notevolmente la risonanza delle basse frequenze, a patto che l’apertura non sia troppo grande da far “perdere aria” e corpo al suono. Lasciandolo chiuso, invece, si garantisce il “punch” necessario al tipico suono rock. Ecco come è nata l’idea di praticare il piccolo foro posteriore sul NanoCab, una piccola cassa 1x12” dal grande suono, praticissima, leggera e compatta.
Info: M.Casale Bauer