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NAMM Believe In Music week

La più grande opportunità offerta ai professionisti del nostro settore dal Winter NAMM Show di Anaheim è sempre stata quella di poter entrare a far parte del grande network mondiale degli strumenti musicali. Fino al gennaio del 2020 era stato possibile sviluppare "in presenza" le proprie relazioni, magari sorseggiando una birra mentre si chiacchierava di persona, toccando con mano e ascoltando dal vivo il suono degli oggetti di cui si parlava... per non parlare del coinvolgente contesto disneylandiano in cui si era immersi nei giorni del Winter NAMM Show. A gennaio di quest'anno, la pandemia ha costretto la statunitense NAMM Organization a ripensare la fiera in una forma virtuale e lo ha fatto, correttamente, tenendo vive soprattutto le opportunità di networking.

Believe in Music Week (online dal 18 al 22 gennaio scorso) è stato un meeting globale che ha messo in contatto i professionisti della musica di tutto il mondo, attraverso un sito web e una App, veri motori di questa attività di networking. Un modo certamente efficace per noi, giornalisti spesso in difficoltà lì in fiera, quando all'interno del Convention Center di Anaheim la contemporaneità di più eventi e la necessità di non perdersi nessuna delle novità esposte sconsigliava di spendere troppo tempo in un calendario troppo fitto di appuntamenti. 
Per chi ha presentato per la prima volta al NAMM un nuovo prodotto non sarà stato facile farsi notare dai visitatori digitali. Scorrendo il denso calendario degli eventi di presentazione era possibile individuare i marchi già noti. Per gli altri, occorreva un minimo di curiosità per indagare su cosa venisse mostrato. Ben altra cosa è passeggiare all'interno di un padiglione e "inciampare" in uno stand di un produttore sconosciuto scoprendo (attirati dal suono e dal successivo contatto fisico) che sta presentando uno strumento veramente interessante. Questo è il limite del mondo digitale. In un primo livello di comunicazione necessariamente superficiale, i famosi restano famosi e i giovani marchi fanno fatica a farsi notare, a causa dell'impossibilità di poter mostrare "realmente" le qualità del proprio prodotto.
L'impostazione "democratica" del sito (e dell'App) permetteva comunque agli espositori di giocarsi le proprie carte per emergere. La sezione Brand non era un mero elenco degli espositori, ma una porta per accedere ai vari contenuti di ciascuna azienda: i marchi e i prodotti rappresentati, le promozioni attive, i cataloghi e gli altri documenti scaricabili, nonché le due sezioni più utili in assoluto nel formato digitale: i contenuti video e i profili di tutti i responsabili aziendali con cui poter aprire un canale di comunicazione attivo anche al di fuori della fiera.
Ovviamente era possibile creare un proprio calendario di eventi a cui partecipare e di appuntamenti personali, sulla base di un programma generale e un database di contatti molto ben organizzati.
Certo, per noi reporter intenti a seguire tutti gli eventi, restare collegati sul computer di casa dalle 18 alle 2 di notte per 5 giorni di seguito non è stato facile, ma fortunatamente tutti i contenuti sono rimasti disponibili fino a tutto il mese di febbraio e dunque non ci siamo preoccupati quando a una certa ora le palpebre si chiudevano nella penombra della press-home consigliandoci di riprendere il giorno dopo.
I contenuti di Believe in Music prevedevano anche due canali tv, uno dedicato agli artisti e uno ai prodotti, e una sezione dedicata alla formazione musicale.

APPUNTI DALLA FIERA VIRTUALE
Il 18 gennaio si parte con i primi eventi. È un mix di video di ogni tipo, tra dirette streaming con chat su cui commentare, brevi spot pubblicitari, contest musicali, interviste, dimostrazioni di prodotti, brevi documentari, conference call tra musicisti e veri e propri factory tour. Molti anche gli appuntamenti di formazione professionale, gran parte dei quali improntati sul corretto uso dei canali digitali (social media, piattaforme musicali, ecc.) e quelli sulla formazione musicale però riferiti esclusivamente al contesto Statunitense.
Quando, intorno alle undici di notte, assistiamo al Boss Lifetime Achievement Award consegnato quest'anno al chitarrista Johnny Marr, ci rendiamo conto di quanto sia stato sempre faticoso per noi partecipare a eventi del genere in fiera: troppa ressa e difficoltà di accesso fino al palco. Invece eccoli lì, sul video del nostro computer, personaggi come Tony Visconti e Iggy Pop a complimentarsi con l'amico chitarrista Johnny Marr, virtualmente premiato dal presidente di Boss Yoshi Ikegami. Notizia portata a casa senza fatica, ma anche senza foto di rito e... senza rinfresco finale. Stessa scena con il Roland Lifetime Achievement Awards, questa volta con personaggi del calibro di Giorgio Moroder, Jean Michel Jarre, Mick Gerson, Gary Newman, Randy Jackson e l'onnipresente Jordan Rudess che si complimentano con Nick Rhodes (Duran Duran) titolare del premio alla carriera tastieristica.
Tra le iniziative più interessanti delle ultime edizioni del NAMM, c'era sicuramente il Boutique Guitar Showcase, fortemente penalizzato dalla versione virtuale. Ma ecco che tre artisti della chitarra come Michael Spalt, Ulrich Teuffel e Adriano Sergio presentano Project Of Three, una serie di video racconti in cui si intrecciano le storie personali dei tre, e noi restiamo incollati allo schermo per osservare la bellezza delle loro sculture elettriche.
Abbiamo visitato molte fabbriche di strumenti in passato, ma mai durante una fiera. Ecco invece che alcuni brand hanno approfittato di Believe in Music per allestire factory tour virtuali per i visitatori interessati a conoscere le loro ultime produzioni là dove vengono ideate e costruite: Breedlove, Taylor, Cole Clark, Marshall, Paul Reed Smith, Tycoon, giusto per citarne qualcuno.
Per la cronaca, Fender assente, mentre Gibson e Ibanez ben presenti con video di modelli iconici e endorser di serie A, così come Paul Reed Smith. Martin Guitars approfitta invece dell'occasione per spiegare in video il significato delle sigle date alle serie dei suoi strumenti. 
Entriamo anche nelle botteghe dei nostri liutai cremonesi Russ, Tonarelli, Trabucchi e Varazzani che mostrano qualche frutto della loro alta liuteria ad arco. Diverse associazioni hanno supportato questa edizione del Winter NAMM con produzioni video ad hoc, a partire dalle presentazioni e dai mini live a cura di International Music Software Association che raccoglie una manciate di note software house, alle dimostrazioni a cura della MIDI Association su come funzionano la MIDI Polyphonic Expression nei controller alternativi e il Bluetooth MIDI. Molto interessante infine l'Award organizzato da Meet the Innovators, all'interno del quale abbiamo apprezzato la performance interattiva di Chagall con il suo guanto controller prodotto dalla MIMU. Assegnati anche quest'anno i NAMM Tech Awards all'interno dei quali ha fatto incetta di riconoscimenti Universal Audio.

VERSO LA FIERA PERMANENTE
Di questa edizione del Winter NAMM di Anaheim, che tutti vorremmo considerare unica e irripetibile, è d'obbligo chiedersi cosa resterà fin dal prossimo 2022. In tutte le manifestazioni che hanno dovuto switchare sulla modalità digitale per sopravvivere, si ragiona su cosa tenere online quando si tornerà alla modalità in presenza. Nel settore fieristico erano anni che si parlava di una modalità virtuale che rendesse possibile una fruizione dei contenuti anche a distanza e a manifestazione terminata (la cosiddetta "fiera tutto l'anno"). L'esperienza del NAMM - Believe in Music 2021, ha indicato che questa strada è percorribile consentendo ai professionisti del settore la piena accessibilità ai contenuti e a un network globale qualificato, al di là dello spazio e del tempo di svolgimento della fiera stessa.(©Piero Chianura - BigBox n.73/2021)

Info: NAMM Organization

 

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